Il Gran Premio Merano rappresenta la pura essenza di una disciplina le cui origini incarnano quella rara passione e l’ippica di un’altra era, che rappresentavano le figure di uomini e cavalli che in questo magico ed affascinante contenitore, hanno scritto pagine importanti per il settore. Nel suo magnifico corollario di vincitori e vinti, hanno messo la firma personaggi illustri del panorama europeo degli ostacoli, binomi e scuderie che debbono godere di un rispetto assoluto, per noi appassionati fin troppo nostalgici, eroi ancor’oggi accompagnati della acque silenziose del Passirio, che nel corso del tempo sono ancora li a testimoniare una storia di rara bellezza che quest’anno compierà 80 anni. Pagine delle quali ha fatto parte anche un signore che si chiamava Massimo Caimi, (1940 – 2012) la perfetta materializzazione che amalgamava l’amore dei cavalli e di questo sport, allo spirito agonistico da puro professionista, tutto ciò nelle vesti di un Gentlemen a caratteri maiuscoli, un uomo che all’ippica italiana manca e mancherà ancora moltissimo e che da Rita Levi Montalcini fu definito ‘il cavaliere dai capelli bianchi intrepido come un paladino’ una frase rimasta ben impressa a tutti i presenti per le cronache di allora. Si perché Massimo vinse il Gran Premio Merano in sella al suo fido North Bay nel 1988, realizzando un’impresa fantastica. Il sodalizio nato nel 1975 con l’allenatore Gian Maria Travagli, portò alla famosa connection tanti vincitori per i colori della Sagal, giusto quindi ricordarlo in maniera adeguata in questa domenica meranese, nella quale Caimi sarà celebrato con una corsa a suo nome. (Nella foto Massimo Caimi. Fonte Alto Adige)