Da vecchio appassionato romano degli ostacoli ricordo con nostalgia quegli inverni in cui le grandi scuderie della specialità (leggi Da Zara, Tagliabue, Mantova, Master Bob) venivano a svernare prima a Napoli e poi a Roma. Quando poi gli ostacoli furono eliminati da Agnano si arrivò ai 2/3 mesi in cui si correva alle Capannelle beneficiando del mite inverno romano. Purtroppo dopo il 2013 furono cancellate le piste d’ostacoli della capitale con grande disagio di tutto il movimento della specialità e, per ultimo, è sparito anche lo storico impianto maremmano del Casalone. Attualmente mi sono chiesto perché, approfittando del clima invernale, non tornare a correre in ostacoli in Sardegna di cui tutti ricordiamo le corse che si svolgevano in siepi sulla pista circolare interna di Chilivani con una diagonale di raccordo che ancora si vede nelle foto satellitari. Il periodo adatto potrebbe andare ad incastrarsi fra la fine di Treviso (novembre) e la metà di gennaio a Pisa; da qui il ciclo annuale dei saltatori ripartirebbe con l’attuale programma. La spesa, con il contributo della regione sarda, per l’allestimento della pista e degli ostacoli (siepi e steeple) sulla falsariga di un percorso che andrebbe a ricalcare quello di Grosseto non dovrebbe essere trascendentale. Si ipotizzerebbe almeno un ciclo di 6 giornate con cadenza settimanale per poter invogliare i grandi complessi attuali ad attraversare il mare sbarcando ad Olbia rispettivamente con 3/4 prove in ostacoli integrando il programma giornaliero con 2 corse in piano riservate ai G.R. che adesso sull’isola vanno aumentando e questo significa nel tempo tanti piccoli nuovi proprietari. Per gli allenatori logisticamente non sarebbe un gran disguido perché farebbero un viaggio unico dalle loro lontane basi di lavoro sino a Pisa , destinazione invernale attuale. In più guardando le tante nascite annuali degli anglo arabi in Sardegna e, vista l’attitudine al salto di questa razza (concorsi ippici, completi,corse in siepi) tornerei a quella esperienza che si fece negli anni novanta per oltre un decennio fra Chilivani, Grosseto,Merano e Novi Ligure. Tanti si ricorderanno dei saltatori anglo arabi di quegli anni: Uranio, Al Maktoum, Rajana, Teres Gallurese, Tentador de Campeda, River de Florinas, Salvadu ecc. tutti nati sull’isola. Vedrei anche prima e nel contesto della succitata riunione l’organizzazione di un corso di circa tre mesi riservato ai nuovi allievi fantini da ostacoli e gentleman/amazzoni che certamente un grande interesse riscuoterebbe fra gli addetti ai lavori in una regione che tanto ha dato in passato e tanto sta dando all’ippica mondiale e specialmente a quella nazionale. Pensate un attimo cosa sarebbero le nostre corse in piano senza i fantini di origine sarda? E in ostacoli contiamo in una solo mano i jockey italiani che attualmente corrono. Sempre non dimenticando che anche qui nel corso degli anni abbiamo avuto validissimi interpreti sardi: Colleo, Oppo, Cadeddu, Sau, Pianu, Serrau sino ai più giovani Columbu e Oppes. Anche il miglior trainer italiano nella specialità degli ultimi trenta anni veniva dalla Sardegna: Franco Contu. Perchè non proviamo a dare uno sbocco a tanti ragazzi sardi che, cresciuti di peso e di statura, non possono più montare in piano ma che sicuramente hanno il dna ippico nel sangue. Sarebbe un grande serbatoio potenziale che certamente ci potrebbe riservare tante piacevoli sorprese e organizzando, con cadenza annuale, un corso proprio in Sardegna invoglierebbe a non cercare lontano da casa avventure continentali. Forse è un sogno ma possiamo provarci. Signori politici la Sardegna uguale cavalli.
(Nella foto Gian Antonio Colleo in sella a Red Chief vincitore del Merano 1977)