Italia. C’è l’urgente bisogno di un tavolo di lavoro, al fine di riprendere l’attività di corse in totale sicurezza. Il tempo scorre è ogni giorni ci sono perdite ingenti per la filiera, le società di corse stanno lavorando alacremente ogni giorno, mantenendo gli impianti e la varie attrezzature ottemperando ai crismi richiesti dal Mipaaf, utili a garantire sicurezza fra gli addetti ai lavori. La speranza è che la ripartenza avvenga il prima possibile, la morsa del virus prima o poi mollerà la sua presa e checche ne dicano i virologi, come è stato per tutte le altre influenze del passato prima o poi si dovrà tornare alla vita normale. Fa specie che in tutta Europa le scuole provino a riaprire, e gli ippodromi stiano lavorando per la riapertura, (vedi Germania) ma sopratutto osservare come in Olanda, che alle 18 di domenica pomeriggio infischiandosene delle regole da noi estremamente ferree, circolino indisturbati come nulla stia accadendo. Nel frattempo il ministro Patuanelli (almeno per zone) spinge giustamente per la riapertura del paese, in una nazione che ha nel lockdown un grande straordinario principio dei nostri amministratori pubblici, nella quale regna attualmente un clima simil DDR monopolizzato dalla parola dei virologi. Inghilterra. Nel Regno Unito si sta lavorando per organizzare un’apertura degli impianti in totale sicurezza. La situazione oltre la Manica è ovviamente molto delicata, oltre 16 mila i decessi confermati con un aumento esponenziale negli ultimi giorni, ma gli sforzi che sta mettendo la Bha in collaborazione con il governo sono molto importanti; NIck Rust amministratore delegato della British Horse Racing Authority ha detto: “Saremo pronti a tornare quando ci sarà la totale sicurezza, ma dobbiamo stare attenti a come gestiamo i messaggi al governo e al pubblico, dobbiamo essere ragionevoli, in caso contrario ciò attirerebbe critiche significative. Dobbiamo tenerlo a mente. Stiamo lavorando sul filo del rasoio per assicurarci di poter tornare il più rapidamente possibile, il governo non vuole che le aziende saltino, il governo sa che questo non è solo uno sport. Siamo un settore che impiega direttamente 17.500 persone. Ciò non ci dà il diritto di superare la posizione nazionale, ma significa che siamo un forte supporto allo sforzo economico del paese. Quando Dominic Raab ha annunciato l’estensione del blocco, ha affermato che il governo sta bilanciando le esigenze della salute pubblica con le esigenze economiche del paese, il che offre qualche speranza.” Lingfield e Newcastle gli ippodromi che potrebbero riaprire per primi; Martin Cruddace, amministratore delegato di ARC, ha dichiarato al programma di Nick Luck domenica di Racing TV: “La mia opinione personale è che avremo una posizione in cui saremo in una prima fase fortemente in quarantena e dovremmo assicurarci che il movimento delle persone sia ridotto al minimo assoluto. La prima fase potrebbe e forse dovrebbe coinvolgere una zona igienizzata in quarantena in un ippodromo che è in grado di indossare infissi regolari ogni giorno i cui i partecipanti non devono lasciare quella zona sterilizzata. In gran parte ci affidiamo al dott. Jerry Hill e alla sua grande squadra presso il BHA, ci affidiamo ai loro consigli, ma penso che dobbiamo essere in grado di soddisfare ogni possibile obiezione. Quindi, ad esempio, quelli che scaricano i cavalli dall’autocarro e si occupano dei cavalli nelle stalle possono far parte dei partecipanti messi in quarantena e quelli che portano i cavalli all’ippodromo non hanno la possibilità di interferire o infettare la zona in quarantena. Sono abbastanza sicuro che possiamo mettere tutto a posto. Penso che sia importante che l’industria capisca che la quantità di dettagli in cui è stata ripresa la ripresa del Racing Group è stata abbastanza significativa. Penso che stiano facendo un ottimo lavoro.”
(Nella foto le tribune di Newcastle)