Quando nel 1958 Spegasso vinse il suo Merano, Carlo Ferrari era solo un promettente allievo fantino da ostacoli uscito l’anno precedente dal sempre rimpianto corso che gli Steeple organizzavano in estate a Borgo Andreina; era stato dirottato sugli ostacoli per ragioni di peso e di statura, dal suo proprietario Gino Mantovani, che lo aveva visto crescere in scuderia. Infortunatosi Guido Zibellini 15 giorni prima del Merano 1958, Mantovani volle assolutamente quel ragazzo ventenne in sella al suo Spegasso e dopo il trionfo di quel giorno nacque il binomio che solo la morte del cavallo nel febbraio 1962, dopo l’ultima vittoria nel grande steeple delle Capannelle, li divise però consegnandoli alla leggenda immortalati dalla prima pagina della Domenica del Corriere. Ferrari poco dopo smise di correre in ostacoli e da quel momento, con grandi sacrifici, ritornò alle prove in piano montando solo con pesi alti intorno ai 58 kg.. Nel 1963 divenne la prima monta della scuderia Mantova in piano e per il gialloverde conquistò tante vittorie (record di 90 successi nel 1965) fra cui corse classiche con Rio Marin, Osmarin, Bauto e Ciacolesso. Nel 1967 passò alla razza Dormello Olgiata aggiungendo tante corse di gruppo al suo curriculum, fra cui il Derby 1968 con Hogarth, nei quadriennio che montò per gli Incisa cavalli come Ruysdael, Viani, Appiani ecc.. Sul finire della carriera tornò ancora alla Mantova vincendo con Ciacoleta il Lydia Tesio e due principi Amedeo con Tabacon e Spanevin. Veniva sempre ricercato quando libero dall’allenatore Federico Regoli, suo grande estimatore dai tempi di Spegasso e Rio Marin, per il quale ottenne il sigillo internazionale nel 1969 con Stratford per il cremisinero della razza Ticino della signora Verga nel gran premio di Baden Baden. Possiamo senz’altro dire che la vittoria in sella a Spegasso spalancò a Ferrari le porte di una carriera che lo ha portato ad essere “re Carlo” di Roma.
(Nella foto storica Spegasso e Carlo Ferrari sul siepone)