Paolo Favero incasella tre vittorie sulle quattro disponibili nella splendida domenica meranese. Il champion trainer alto atesino conquista l’Assi e il Tagliabue grazie all’ormai consacrato e prossimo al Gran Premio Merano Il Superstite, rilanciando il giovane Triple Pursuit fra i tre anni dopo la vittoria rotonda del Caimi, e dominando il Lions Club Maiense grazie alla quinta affermazione consecutiva, del leader assoluto della generazione dei 4 anni High Master. Contro il tabù Chiaromonte, ripresentato in un assetto fantastico da Ilena Nerio e Christian Ghiotti, si ferma il poker del trainer e l’ambita terna dei Magog. Con Kamelie fuori gioco nell’ex Unire, Il Superstite strappa definitivamente il posto in prima fila al Merano, lasciando secondo un evoluto Ciro Vincenti ed un Alpha Two ancora una volta incapace di recitare il ruolo che gli compete. Nella vittoria del cinque anni rappresentante la famiglia Ambrischitz c’è comunque l’essenza e la crescita di un campioncino solido e di rispettosa qualità, che sommando le due sessioni stagionali, vanta a questo punto tutti i diritti per puntare all’ambita parata del 27 Settembre. Cresce ancora Ciro Vincenti, soggetto con il quale Raffaele Romano continua a lavorare con grande costrutto per il futuro. L’altro gruppo di giornata conferma le sensazioni palesate nell’esordio. Triple Pursuit, un interessante figlio di Hat Trick reduce dalla vittoria nel Caimi, ha vinto pur soffrendo nel finale contro un Silver Tango che dalla sua presentava maggior esperienza (già piazzato di ex Val D’Adige) salvandosi nel finale dal gran finish del ‘Tanghetti’ correndo comunque un ultimo tratto da cavallo molto maturo. Solo terzo Signum, il ceco apparso ben lontano dal cavallo visto nella debuttanti e nel Giovani. High Master senza storia in apertura di programma. Netta l’affermazione del biancorosso, quattro anni di qualità eccelsa che al momento non conosce avversario. Il suo prossimo antagonista dovrà arrivare da Marte e presentare doti che al momento nessuno 2011 sembra attualmente possedere per permettersi di superare un soggetto, le cui stigmate sono quelle dei grandi cavalli. Su Chiaromonte nient’altro da aggiungere. Con tutti il rispetto per gli altri, lo vorremmo vedere protagonista anche nella prossima Gran Siepi, a coronamento di un’escalation meravigliosa, che tutto il suo team conoscendo la storia, meriterebbe per quanto costruito fino ad oggi, ovvero un sogno chiamato realtà. Chapeau. (Nella foto Chiaromonte)