L’Autonomie ha dato ancora una volta dimostrazione della propria superiorità, vincendo con grande sostanza l’atteso Prix Léon Rambaud. L’allieva di Francois Nicolle è attualmente la top jumpers transalpina, una cavalla che non ha nulla da invidiare alle migliori saltatrici d’oltremanica, una vera e propria marziana da ostacoli che incarna completamente il prototipo della super campionessa, chapeau. Nell’antipasto di ciò che potrebbe accadere nella prossima Grand Course de Haies, la figlia Blue Bresil ha messo in atto una sorta di recording di quello che avevamo apprezzato nelle precedenti gare, in particolar modo nel rientro del Juigné alla prima esibizione contro gli anziani. Mai in sofferenza la portacolori di Catherine Coiffier ha manifestato durante la gara un ottimo relax, non ha sbagliato una virgola a livello tecnico, ha preso il comando a metà della dirittura opposta per poi controllare la tenace rincorsa dell’ottimo El Gringo. Angelo Zuliani spettatore interessato, il body language palesemente rilassato del jockey ha fatto intendere chi sarebbe salito sul podio più alto; una prestazione di assoluto livello quella de L’Autonomie, c’è voluta la migliore allieva di Nicolle per tenere a bada un avversario come El Gringo, l’allievo di Jerome Larrigade per i colori dell’Ecurie Sagara estremamente cresciuto in questo scorcio di stagione. Mai un fattore gli altri, Galop Marin che dall’Autunno stenta a ritrovare la condizione, ha corso da leader per tre quarti di gara senza mordere, male anche Berjou e la femmina Paul’s Saga, con Porto Pollo ha vincere la volata per il terzo posto contro Enjeu D’Arthel e Cotée Sud.
Dalle altre prove di gruppo sono arrivate le conferme per Gardons Le Sourire, stimato allievo di Gabriel Leenders che ha vinto il Prix Jean Stern per i quattro anni sullo steeple, e quella di Kool Has e Theo Chevillard, (Francois Nicolle) protagonista di un super rientro dopo l’ottimo secondo posto a fine 2019 nel Cambacérès.
(Nella foto in alto L’Autonomie)