ITALIA. Roma, Tor di Quinto. Il nostro Spegasso ci racconta uno spaccato dello splendido anello romano che fu famoso per gli ostacoli, riflettendo su quello che potrebbe rappresentare eliminati i salti alle Capannelle

Le corse in ostacoli prima dell’ultimo conflitto bellico si svolgevano alle porte di Roma su quel piccolo gioiello che era l’ippodromo di Tor di Quinto; purtroppo nel 1937 un’inondazione di tutta la zona limitrofa, causata dallo straripamento del Tevere, rese impraticabile l’ippodromo con conseguenze irreparabili; poi terminata  la guerra fu affidato definitivamente alle autorità militari uscendo così dalla catena degli impianti ippici. Su una vecchia pubblicazione della Rivista Ippica ho trovato la cronaca di quell’ultima giornata di Tor di Quinto fatta da un grande storico ippico, il marchese Calabrini, che si disputò sabato 20/2/1937 con tempo coperto e terreno buono iniziando con il premio dei Capilista in siepi riservato ai G.R. che fu vinto da Aviso montato da Luigi Visconti di Grazzano che precedette Alberto Litta e Mario Argenton. Seconda corsa il cross per Ufficiali e G.R. che vedrà il successo di Saffo montato dal capitano Alberto Litta di proprietà di Benigno Crespi che ci riporta alla razza del Soldo. Poi si disputò il clou della giornata rappresentato dalla 53° edizione del grande steeple chase di Roma che, come nella tradizione giunta fino ai giorni nostri era aperto oltre agli Ufficiali e G.R. anche ai Fantini; il novenne Lionetto di proprietà del colonnello Valle sarà portato alla vittoria dal capitano Litta precedendo Violante con in sella Luigi Visconti in un campo di 7 partenti fra cui un concorrente austriaco che cadrà. Il protagonista di questo doppio a seguire sarà il milanese Alberto Litta Modignani caduto poi eroicamente nel 1942 nella carica di Isbuschenskj di Savoia Cavalleria e decorato della medaglia d’oro al valor militare. La giornata proseguì con lo steeple chase premio Marignoli con due cavalli ungheresi ai primi posti; prevalse Czimer montato dal fantino romano Lazzari che precedette il connazionale Magellan con in sella un giovanissimo Pericle Mercuri che nel dopoguerra sarà l’interprete di Nigra nel 1949 vincendo la gran corsa di siepi di Auteuil e poi allenatore di due vincitori del Merano: Lokifepsscht nel 1954 di Ettore Tagliabue e Creme Anglaise nel 1965 del meranese Paul Trenkwalder, quest’ultimo tra l’altro nonno di Miki Cadeddu. Quinta corsa il premio Banco di Napoli che vedeva il doppio nella giornata anche di Luigi Visconti montando Mary di proprietà di Benigno Crespi. Chiudeva la riunione il premio Bianchetti in siepi vinto da Sottovoce con in sella Joris Menichetti del barone Berlingieri, fantino e scuderia in grande evidenza negli anni dell’anteguerra; secondo sarà Franco Forte che portava il giallo-rosso dell’Aterno. Dopo vari tentativi effettuati in precedenza da Piero Richard e Pio Bruni sul finire del secolo scorso la società degli Steeple Chases d’Italia, specialmente nella persona del presidente generale Mario Argenton, tentò più volte inutilmente di far riprendere le corse in ostacoli a Tor di Quinto con giornate e riunioni promozionali, ma tutto fu vano per l’opposizione delle Autorità militari a causa delle scommesse che si praticano sugli ippodromi. Una riflessione: ora che purtroppo è calato da qualche anno il sipario a Roma sulle corse ad ostacoli alle Capannelle non si potrebbe cercare, con buona volontà di tutte le parti in causa, cercare di sbloccare questa situazione di Tor di Quinto che alle soglie del 2020 nella migliore delle ipotesi fa solo sorridere per questo falso moralismo.

(Nella foto l’ippodromo di Tor di Quinto)

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