ITALIA. A colloquio con Paolo Favero, il pensiero del top trainer altoatesino sul momento particolarmente delicato che sta attraversando il settore: ‘Abbiamo bisogno di contributi che ci consentano di continuare a mantenere la nostra attività’

Paolo Favero rappresenta da sempre un’istituzione per il panorama degli ostacoli italiani. Un uomo che ha realizzato una missione impossibile, quella di consentire al settore di restare in vita nel momento più involuto della propria storia, sopperendo alla mancanza di proprietari e cavalli, egemonizzandolo ma salvandolo al tempo stesso da una fine già scritta, coadiuvato in parte dal rivale storico Franco Contu. Da qui una seconda fase che ha permesso la rinascita dell’attività national hunt italiana, capace di produrre nuove figure come Raffaele Romano, proprietari di alto livello, provocando l’interesse dei nostri denari da parte dei saltatori della zona est europea. A Paolo abbiamo proposto alcuni quesiti legati alla situazione attuale, una fase molto delicata che ovviamente non lascia tranquilli tutti gli addetti ai lavori. Paolo cosa potrebbe succedere in futuro considerando l’instabilità che regna in questo momento? “Il nostro è un settore molto delicato e non vi è altra ‘industria’ che in questa fase sia gravata come la nostra. La speranza è che arrivino importanti contributi che possano aiutare l’attività in modo determinante, al fine di salvaguardare il mantenimento della produzione, il rischio potenzialmente alto è quello di vederci scomparire nell’arco di un anno e mezzo due. Il nostro settore era un’eccellenza dell’agroalimentare, dobbiamo capire se essere sotto il ministero sia proficuo o no, non si è mai capito realmente se il nostro sia uno sport o meno o che lo sia quando faccia più comodo a certi interlocutori. Non so se il Coronavirus possa rappresentare un’occasione o meno di rilancia, ovviamente lo speriamo tutti” La stagione meranese dovrebbe iniziare fra un mese, la Primavera di Milano è ormai definitivamente tramontata, ma stando alle notizie inerenti dovute all’evoluzione del virus, rischiamo di vedere dimezzare o addirittura saltare la prima parte della sessione, a tal proposito che pensiero hai? “In questo momento con la recessione generale che stiamo vivendo, una fase mai verificatasi prima, dobbiamo cercare soluzioni per ovviare a questo dannoso problema. A mio avviso ci sono almeno due punti sui quali poter lavorare, il primo è quello di spalmare il montepremi o ciò che rimarrà di esso nella restante sessione di corse, il secondo punto potrebbe prevedere di distribuire i denari non dati dal 7 di Marzo alle varie scuderie, fino a quando non riprenderemo a correre, o in alternativa fornire un tot di 1000 euro a cavallo dividendolo per specialità ed età ad ogni scuderia italiana, scalandolo dalla pensione dei proprietari. Sono idee personali sulle quali si potrebbe discutere, chiaramente andranno trovate delle soluzioni per farci trovare pronti quando l’emergenza sarà almeno smorzata.” Che ne pensi della prospettiva di correre a porte chiuse, e secondo te se avremmo potuto continuare in questa fase senza pubblico garantendo i requisti per non diffondere il contagio? “Potrei rispondere come ha fatto l’allenatore di calcio Jurgen Klopp, sono un allenatore non sono un virologo, ma se devo esprimere un parere, forse avremmo potuto continuare a correre limitando però il numero di persone presenti in ippodromo, intendo addetti ai lavori, lasciando l’uomo che accompagna e accudisce il cavallo nel suo percorso dalle scuderia al tondino, l’allenatore e ovviamente i fantini. Sul fatto di correre a porte chiuse uno scenario possibile nel prossimo futuro, ovviamente non è una prospettiva che mi entusiasmi, ma è necessario nel caso in cui si dovesse ripartire in tempi non troppo prolissi, è vero che il pubblico è un fattore principale per attività contingenti all’ippodromo e sopratutto per quanto riguarda il gioco al totalizzatore che di fatto rappresenta un aspetto fondamentale, senza di esso chiaro che ci siano dei problemi, ma dovesse essere il male minore sarebbe giusto riavviare l’attività in questa modalità atipica.” Da aziendalista quale sei, tu che hai un nutrito parco cavalli in attività come proprietario allenatore, che prospettive vedi nelle prossime settimane: “Come ho già detto senza aiuti rischiamo di saltare, sappiamo benissimo quali siano i costi di una scuderia in Italia, per ogni azienda fermare una produzione è deleterio ancor peggio per noi, perché se è vero che i cavalli non corrono questi mangiano a vanno allenati ugualmente con l’aiuto del personale che ha naturalmente dei costi, la sintesi è, entrate zero e uscite elevate danno da sole delle risposte chiare sul nostro stato d’animo attuale.”Ringraziandoti per la tua disponibilità ti chiediamo due curiosità, la prima quella di aprire qualche corsa anche ai gr e alle amazzoni vista la potenziale assenza di fantini dall’est, la seconda quella di occupare la pausa estiva per recuperare l’eventuali giornate perse ad inizio sessione. “Su quest’ultima non credo ci siano problemi. Avevo parlato con il Presidente Martone che a tal proposito che mi aveva manifestato il fatto che non avremmo potuto correre in quel periodo causa la presenza in calendario di concerti previsti all’ippodromo in quel periodo, che a questo punto non si terranno come da disposizioni imposte dal governo. Sulla seconda sono d’accordo a patto di capire quali siano i criteri d’inserimento e quale corse fargli disputare. Credo che allo stato attuale ci siano quattro o cinque gr in grado di poter far correre con i nostri fantini senza dare giudizi in merito. Se ricordiamo seppur inversamente, 15 anni fa furono inseriti i fantini nelle corse in cross per non far finire questa specialità, non è la stessa cosa ma se necessario è un piano che si potrebbe attuare.”

(Nella foto Paolo Favero)

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